L’anno liturgico si chiude nel suo ciclo B con la festa di Cristo Re dell’universo. Di solito noi associamo la parola “re” ad una particolare forma di governo, la “monarchia”. Qui si tratta di tutt’altra cosa, per capire la quale possiamo avere due punti di riferimento: la realtà del Regno di Dio e il titolo di “Gesù Nazareno re dei Giudei”, fatto apporre sulla croce da Pilato, proprio colui che nel brano del Vangelo cerca di indagare sulla natura della regalità di Gesù, ma senza arrivare ad alcun risultato. Perché mai? Perché gli mancano gli strumenti culturali e religiosi per poter capire che il Regno di Gesù è collegato innanzi tutto alla signoria di Dio. Si tratta di una signoria che si esercita non per la gloria e per la felicità del “sovrano”, ma per la realizzazione e la felicità di noi uomini, trattati come figli e non come sudditi. Anzi è proprio a nostro vantaggio e perché noi stessi diventiamo “re” con lui, che Gesù dà tutta la sua vita. Il trionfo di Cristo come re si compie perciò su una croce, sulla quale quel titolo sembra non voglia dire altro che questo: “Qui si esprime e si realizza la regalità di questo Re particolarissimo, il re dell’infinito amore”.
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Cristo Re dell’universo (B) 2006 Gesù, aiutaci
tutti a capire |
Profeta Daniele (7,13-14) <<Guardando nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto>>. Giovanni (18,33-37) <<In quel tempo, disse Pilato a Gesù: «Tu sei il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?». Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce»>>. |