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Nel vangelo di questa domenica Luca raccoglie le tre parabole sulla misericordia divina, raccontata e praticata da Gesù. Ciò che colpisce in esse è il mettersi di Dio alla nostra ricerca, con quella particolare insistenza sull’instancabile cercare dei protagonisti delle parabole e sulla gioia che li pervade interamente nel ritrovamento di ciò che essi avevano “perduto”. Sul perderci e sul ritrovarci si dipana la nostra vita, così come sul perdere e sul ritrovare ciò che ci è caro si snoda la nostra esistenza. E tuttavia una cosa appare fondamentale: ci ritroveremo e ritroveremo quanto amiamo solo se sapremo farci trovare da Dio, mandandogli almeno qualche segnale, perché egli possa scendere nelle fosse e negli anfratti ove per curiosità o per viltà non di rado rischiamo di restare intrappolati.

 

24^ Domenica dell’anno (c)
Pecorella ferita e smarrita,
così devo esserti apparso
e così sono nei fatti,
pastore buono che lasci la strada
e non temi né dirupi, né spine,
per venirmi a cercare.
Quante volte m’hai trovato
e continui a trovarmi sanguinante
nell’anima, lì dove le ferite bruciano
più delle altre e solo il tempo,
il silenzio e l’ascolto lentamente guariscono?
Una cosa sola ti chiedo:
Non ti stancare di cercarmi,
così come io mai smetterò d’origliare
tra i rovi per sentire il tuo passo vicino,
mentre andrò ancora scrutando
ogni orizzonte per scorgere almeno
quell’ombra che a te mi rimanda
(GM 12/09/01).  

Vangelo di Luca (15,1-32) <<Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro". Allora egli disse loro questa parabola: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte".  Disse ancora: "Un uomo aveva due figli.  Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.  Dopo non molti giorni, il figlio più giovane … partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.  Rientrò in se stesso e … quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.  Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.  Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.  Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,  perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.  Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;  chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.  Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.  Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.  Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.  Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.  Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo;  ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato">>.