Punto>.<Pace

Notiziario del gruppo giovani
(c/o d. G.Mazzillo e d. Bisu Benjamin – Contrada Sarre Tortora CS)

www.puntopace.net


 

Sommario

Anno 5, Numero 12
Ma
ggio 2007

www.puntopace.net

 

Un sostegno reciproco

L'esperienza del corso biblico raccontata da Luigia Moliterni

Momenti vissuti ...

Pellegrinaggio alla Madonna del Soccorso (Trecchina)     

Ci scrivono gli amici ...

Scrive Giusy Mazzillo

Scrive Jacopo Limongi

Un incoraggiamento da Fabio Di Palma 

Ritiro del venerdì Santo (6/04/2007)

Ecco Maria di Madgala, discepola del Signore

Una gita scolastica di alcuni di noi

 

 Un sostegno reciproco       
                                                       (D. Giovanni M.)

Un momento del nostro pellegrinaggio a Trecchina (1/05/2007)

   Carissimi, l'ultimo numero (il nr. 11) porta la data di marzo 2007. Se pensate che siamo alla fine di maggio, sembra incredibile che siano già passati 2 mesi! Ma, come tutti sappiamo dall'esperienza personale, particolarmente in primavera, il tempo vola...
   è però ugualmente incredibile che siano passati solo due mesi dall'ultimo numero di "Puntopace". Sì, perché negli ultimi tempi il nostro notiziario usciva più o meno con scadenza annuale.  Uno dei motivi lo intuite da soli e la posta che abbiamo ricevuto da voi fondatori del gruppo lo conferma. Tutto si era un po' rallentato a causa della vostra partenza per le sedi universitarie, del vostro lavoro, nel cosiddetto tempo libero, e, non ultimo, a motivo dei sopraggiunti impegni anche miei nell'assumere con don Benj la parrocchia del centro storico di Tortora.
  Quando mi rileggevo i numeri del Puntopace pubblicati, vi confesso che anch'io provavo non solo nostalgia, ma anche un po' di sconforto, con il disagio di chi avrebbe voluto fare molto di più...
  Ma come si sa, se si chiude una porta, Dio spalanca una finestra e la finestra si è presto aperta, da quell'iniziale piccolo spiraglio che era la simpatia, l'affetto di voi ragazzi del centro storico, che ha cominciato subito a circondare me e poi con me anche don Benj, fin dal primo momento che Qualcuno ha voluto che io restassi con voi al centro storico... Dico Qualcuno, con la lettera maiuscola, perché ciò non era assolutamente nei miei programmi, né in quelli del fraterno amico e collaboratore don Benj.
  Posso dirvi qualcosa di personale? Questo vostro affetto l'ho sentito intorno a me, fin dal primo momento, e mi è stato di grande aiuto. Lo avvertivo sulle strade del nostro amato paese nativo e intorno all'altare, a cominciare da voi chierichetti e  chierichette, che correvate a servire la messa, in quel marzo del 2004... Un mese triste, perché l'indimenticabile don Antonio il 2 marzo se ne era andato all'improvviso, chiamato al cielo, mentre un'ambulanza lo portava verso Catanzaro. Proprio verso la città, dove quel giorno io mi trovavo e dove continuo ad imparare e ad insegnare teologia. Dico "continuo a imparare e insegnare", perché anche il mio è un apprendimento che non finisce mai, mentre, per fortuna, almeno l'insegnamento finirà... almeno quando dovrò andare in pensione.  Un mese triste - dicevo - perché, chiamato dal Vescovo  a provvedere spiritualmente alla comunità del centro storico, subito dopo don Antonio, al quale ero anch'io molto legato, vivevo contemporaneamente  mesi dolorosi, accanto alla mia dolcissima mamma, la quale si andava congedando da questa vita e da me in particolare, che vivevo ormai con lei tutto il tempo dopo le mie lezioni di Catanzaro... E così fu, il  9 giugno di quello stesso anno...
  Perché vi scrivo questo? Solo per dirvi che allora la vicinanza di voi più grandi e l'entusiasmo di voi più piccoli mi sosteneva, come mi sostiene anche oggi e mi faceva affrontare una nuova fase della vita, in cui mi ritrovavo paradossalmente più solo e più in compagnia con gli altri!
  Ma è stato così che, con la venuta e la scelta di don Benj di restare a Tortora, almeno per qualche anno, abbiamo potuto insieme accettare questo nuovo incarico, circondati da persone e da voci, da storie e da volti. Tra questi sono fondamentali per noi i vostri volti e le vostre voci, di voi "più grandi", ma anche di voi più giovani e di voi ragazzi. Di voi che nel "Puntopace"  siete entrati più recentemente, ma anche  di voi che siete stati i pionieri di quest'esperienza e che ne restate una componente fondamentale. Insomma, per voi tutti, che sembra che un po' della giovinezza riusciate a trasmetterla anche a noi e per questo vi dico (e don Benj con me) vi diciamo grazie, perché è bello vivere insieme le cose più belle, quelle che veramente contano, come ci ricordate anche voi, Giusy e Jacopo, come ci ricordate tutti e come vi auguro di ricordare sempre,   Vs. DG.

 
L’esperienza del corso biblico
raccontata da
Luigia Moliterni *

 

 


 

[Invito e schema degli incontri biblici qui
(
www.puntopace.net/ParrocchiaSPietroAp/IncontriBiblici/invito.htm]

   Dall'inizio della Quaresima ogni venerdì sera, a Tortora Centro Storico, presso la casa canonica, don Giovanni Mazzìllo, nostro Amministratore parrocchiale, con la collaborazione di don Beniamino, suo vicario, tiene un incontro biblico con noi.  Gli incontri consistono nella lettura e spiegazione dei brani dei libri della Bibbia, a cominciare dal libro della Genesi. Don Giovanni, per facilitarci il lavoro, di volta in volta, ci dà un foglietto, sul quale riassume ciò che legge e spiega, facendo riferimento anche a qualche brano del Vangelo, degli Atti degli Apostoli, delle lettere di San Paolo e ad  altri testi del Nuovo Testamento collegati a quelli che andiamo leggendo. Nel primo incontro ci presentò un'ampia introduzione sull’origine e la formazione della Bibbia e sul modo in cui va letta, prendendo spunto da un libretto scritto da Carlo Carretto, del quale, ad ognuno di noi, diede una copia. Iniziammo con la lettura e spiegazione dei primi capitolo  del libro della Genesi: "Creazione del mondo e dell'uomo, in particolare", fino ad arrivare, attualmente, alla prova chiesta da Dio ad Abramo e alla morte e sepoltura di Sara, moglie di quest'ultimo.             
   A dir la verità, è una Catechesi bellissima ed interessantissima, in quanto ci ha fatto e continua a farci conoscere fatti e personaggi dell'Antico Testamento, di cui fino ad ora avevamo una conoscenza piuttosto limitata. Ad ogni incontro, chi vuole può intervenire, facendo domande, oppure esprimendo le proprie impressioni. Io, come alcuni sostengono, ritengo giusto parlare delle origini della Chiesa già a cominciare da Abele, uomo mite e buono, che, ucciso dal fratello Caino, versò il suo sangue innocente; come Gesù, moltissimi secoli dopo.  Spesso, rifletto fra me e me: “Su questa terra, purtroppo, vi sono ancora tanti Abele che vengono uccisi dalla mano di altrettanti Caino"? 

    Ciò che ancora mi stupisce è la grande fede di Abramo che, pur di obbedire pienamente a Dio, è pronto ad offrirgli in sacrificio suo figlio Isacco.  Dio però lo ferma e proprio da questo ogni uomo dovrebbe capire che i figli e tutti gli esseri umani non vanno uccisi, ma rispettati, fin dal primo istante del loro concepimento.
      Alcuni  fatti e personaggi biblici potrebbero apparirci sotto un aspetto negativo, ma anche in questi chi spiega sa farci cogliere qualcosa di positivo. 
    Ritengo pure molto istruttivo ciò che spesso don Beniamino ci racconta, riguardo alle tradizioni della sua tribù indiana di appartenenza, paragonando situazioni e usanze simili a quelle che leggiamo nella Bibbia. 
   Don Giovanni, pur essendo teologo e abituato a un linguaggio più tecnico, sa essere chiaro e semplice nelle sue spiegazioni, sì da farsi capire perfettamente senza stancarci affatto.
    Grazie, carissimo don Giovanni, di quanto fai per noi! Lo Spirito Santo ti illumini, per continuare ad essere un buon seminatore della Parola di Dio e faccia sì che noi, insieme con te, la sappiamo ascoltare e soprattutto mettere in pratica.

 

* Luigia è una non vedente, secondo il nostro abituale modo di parlare, sa però scrutare le cose con gli occhi della fede e con essa intravedere ciò che noi, i vedenti, di solito non vediamo.
 

 

 MOMENTI VISSUTI TRA APRILE-MAGGIO 2007

 I momenti vissuti insieme  in questi due mesi non sono stati pochi e a alcuni li trovate in questo numero del nostro notiziario. Ma per i più giovani, a parte gli incontri abbastanza regolari del giovedì a casa di don Giovanni e di don Benj, assolutamente da don dimenticare è la partita del  pomeriggio dell'Ascensione di domenica 20 maggio. Non è stata l'unico evento "sportivo", ma lo riportiamo più diffusamente perché è corredato di fotografie che ci aiutano a riviverlo.....
 

Cominciamo con il presentarvi i i calciatori scesi  in campo

Con i  palleggi di allenamento di Danilo, instancabile
aiutante di Don Benj nelle partite dei più piccoli,
ma che gioca anche tra i grandi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il calcio d'inizio tra Don Benj e qualcuno che promette di essere un pezzo...grosso, mentre Sebastian sembra guardare incuriosito...












 

 

Ed eccoli in azione, con un allenatore impegnato a contendere il pallone ad Antonio











 

 

 

Finché il gioco non coinvolge tutti, soprattutto Francesco...
E che gioco!             













 

 

Volete sapere il risultato? Beh, non ve lo diciamo, ma va oltre la decina per le due squadre, che quasi quasi si equivalevano, o no, ragazzi?

Ah, dimenticavamo. Ecco qui "gli stranieri" tutti insieme, che da noi non sono mai tali, perché siamo tutti a casa nostra, anche in terra straniera e siamo stranieri anche a casa nostra... Che vuol dire? Lo abbiamo imparato nel corso biblico a proposito di Abramo, che più o meno diceva così. Puoi approfondire l'argomento cliccando qui:
ABRAMO, forestiero in terra straniera (testo 6)
(www.puntopace.net/ParrocchiaSPietroAp/IncontriBiblici/QuadroInsieme.htm)   

ECCO MARIA DI MAGDALA, DISCEPOLA DEL SIGNORE  
 
[Riflessioni dopo la pasqua di Sonia De Francesco, Giovanni Imperio,Antonella La cava,  Jola Balliu, Erika Surace Giuseppe Greco]

                           
   Uno dei personaggi femminili più importanti della Pasqua celebrata c’è sembrata Maria di Magdala. La sua sarà stata certamente una storia particolare. Era una donna cresciuta in un ambiente privo di amore, dominato dalla forza, dall’ira, dalla passione, dal desiderio di potere e ricchezza e tuttavia proprio lei, con intraprendenza, determinazione e forza d’animo, ha avuto il coraggio di cambiare da donna fragile, insicura e peccatrice qual era, a donna di fede e decisa sul da farsi.  Il Vangelo narra che Gesù le aveva cacciato i 7 demoni prima che ella si fosse convertita. Troppi fatti sconvolgenti dovevano aver portato un grande dolore a questa donna, ma l’incontro con Gesù aveva cambiato radicalmente la sua vita.
   Poi la passione e la morte proprio di quel Maestro, diventato il riferimento più importante della sua vita, doveva aver sollevato in lei molte domande senza alcuna risposta.
   Fino a quella matttina di Pasqua, quando si era recata al sepolcro con gli oli profumati, per ungere ciò che restava di Gesù: il suo corpo martoriato. Camminando, un’infinità di pensieri attraversava la sua mente, mentre rifletteva a lungo su tutto il bene che Gesù aveva operato, sull'amore che egli aveva seminato, sulle tante persone che aveva guarito e consolato, alle quali aveva asciugato le lacrime, troppo bene aveva dato al mondo per meritare una morte cosi terrificante, cosi atroce, cosi ingiusta… Inconcepibile riuscire a comprendere il perché di queste azioni! Eppure Maria soffriva in silenzio, era triste e confusa e nonostante ciò, continuava ad amare Dio e a trovare in luiun po' di conforto. Giunta al sepolcro, rimase però stupita, vedendo che era vuoto e inizialmente pensava che qualcuno avesse sottratto il corpo di Gesù. Ma improvvisamente il Signore si presentò  davanti ai suoi occhi: “era vivo”.  Con grande prontezza lei corse ad annunciarlo agli apostoli Pietro e Giovanni... Gesù dunque era vivo e l'amore era prevalso sulla morte.
   Leggendo questo testo  riusciamo a comprendere quanto l’uomo sia ingrato, quando non riesce a capire il bene ricevuto. Gesù aveva dato tutto se stesso perché tutti fossero felici, eppure sembrava che ciò non fosse servito a nulla... Tuttavia la risurrezione dà una nuova spiegazione di tutto: occorre continuare ad amare e sacrificarsi per gli altri, dare agli altri, amare gli altri, perché tutto ciò ha un senso nella vita e nella risurrezione di Gesù. è  proprio l'opposto di ciò che spesso capita a noi, quando  facciamo tutto solo per sentirci migliori degli altri, per essere felici da soli, o addirittura per essere al di sopra di loro. Maria Maddalena ci insegna che convertendoci a Gesù, ciò che veramente conta è donare felicità agli altri, non perché  gli altri la diano a noi e non perché gli altri ci amino. Una conferma di queste riflessioni , che forse sono state anche di Maria di Magdala è venuta all’improvviso per lei, come può venire anche per noi: Gesù è risorto e con lui l’avventura dell’amore ricomincia da capo, perché l’amore non ha mai fine.

      Ci scrivono  dalle città dove si trovano

        Scrive Giusy Mazzillo...
            Con mia grande gioia ho letto il nuovo  numero di Punto Pace e del ... rinnovo della redazione e del gruppo organizzativo.  La continuazione di un progetto che, viste le adesioni e il successo del prima e del dopo, male male non deve essere!

 
           La felicità però è stata accompagnata anche da un po’ di tristezza, permettetemelo, perché mi riporta con la mente a tutte le esperienze passate, alla mia adolescenza, a tutte le persone che ho incontrato, alle risate, ai canti e soprattutto all’incontro con la preghiera; esperienza unica, si potrebbe dire, visti i tempi che corrono!
 
           Quindi l’eremo delle Sarre che continuiamo a pensare come un  luogo di incontro con gli altri e  soprattutto con noi stessi.
 
           Il piccolo grande eremo ci ha insegnato soprattutto a fare i conti con noi stessi, a conoscerci meglio a capire la nostra personalità vera e genuina e non distorta dalle tante vicende della quotidianità. Grazie a questo, ognuno di noi è riuscito a coltivare  le proprie aspirazioni e le proprie passioni e con  questo fardello tutti noi ragazzi della vecchia guardia (devo proprio dirlo?), abbiamo  iniziato l’avventura dell’università e a causa di questo  e altro abbiamo dovuto  man mano lasciare spazio agli altri (e mi pare anche giusto!)
           
Questo  senza dimenticare gli insegnamenti dell’eremo che non terminano nel momento in cui mettiamo piede fuor della cappellina, ma che rimangono fissi nel cuore e influenzano le nostre scelte nella vita come gli studi oggi e un domani nel  lavoro.
           
  A questo proposito vi elencherò i ragazzi del punto pace che hanno fatto parte della “vecchia guardia”,  con loro scelte in campo universitario e di qualcuno il lavoro di tesi.
 
     Maria Chiara Mazzillo
 
Laureata in Storia e Filosofia  all’università di Cosenza,  lavoro di tesi 
con titolo:

L’ESISTENZIALISMO DI JEAN-PAUL SARTRE:
DAL  PESSIMISMO ALLA SPERANZA;

 
    Adelina Guerrera
 
Laureata in Lettere Moderne all’università di Cosenza
 
Lavoro di tesi con titolo:
PROGETTO MENS .L’INFLUENZA DEI MEDIA  NELL’EDUCAZIONE;
 
  Adriana Cunto
studentessa di Dietistica a Siena;

 
  Maria Rosaria Imperio
studentessa di Economia Aziendale all’università di Cosenza;

   
Sergio Tranchino
studente di Filosofia e Scienze della Comunicazione all’università di Cosenza;

  Jacopo Limongi (vedi il suo articolo dopo il mio)
studente di Economia dell'impresa e dei mercati all’università di  Roma;

 
  Marco Mariano
studente di Economia  all’università di Cosenza

 
  Antonio Benvenuto
studente di Chimica e tecnologia farmaceutica all’università di Salerno.

 
  Ed infine  Giusy Mazzillo
laureata in discipline economiche e sociali
per la cooperazione lo sviluppo e la pace all’università di Cosenza,

con la
tesi:
EMAKUNDE (GRUPPO FEMMINISTA BASCO). STORIA E INNOVAZIONI.
Termino con un grande augurio di godervi questa esperienza fino in fondo come occasione  di crescita e soprattutto come esempio di vita vera, che non è l’inganno delle apparenze, nel riuscire a cogliere la ricchezza dei contenuti.
 
Un saluto affettuoso ai nuovi e ai … meno giovani, come noi,
 Giusy    


Una foto risalente al 2003



 

Scrive Jacopo Limongi
   Ciao Don Giovanni,Don Beniamino e tutti i ragazzi del Punto Pace!
Sono Jacopo, per chi non mi conoscesse sono uno dei "vecchi" ragazzi del Punto Pace. Vi scrivo da una delle più belle città del mondo “Roma”, anche se è tutt'altra cosa, completamente diversa dal nostro bellissimo “Eremo”, con le sue belle vedute, la sua tranquillità e soprattutto la religiosità e  la Pace spirituale che ti riescono a dare... con don Giovanni e don Beniamino.
   Scrivo con tanta malinconia queste frasi, perché non potete immaginare quanto mi mancano questi bellissimi momenti e a dir la verità vi invidio un po’. Mi ricordo ancora quante belle cose ho fatto insieme al nostro D.J...
   Basta pensare quanti incontri abbiamo fatto nell’Eremo per discutere su argomenti sempre importanti, oppure quando guardavamo bellissimi film (anche se a volte mi addormentavo, ma non perché i film erano noiosi, ma per una mia invincibile stanchezza a certe ore della sera!). Ero però ben sveglio per partecipare alla discussione dei loro contenuti.
   Tra i tanti ricordi: 2 bellissimi incontri con il padre missionario comboniano Alex Zanotelli (a Scalea e a Sapri) e per ultimo, ma non meno importante, il viaggio Parma-Firenze, durante il qaule abbiamo alloggiato nella casa della Pace, e proprio in questo viaggio abbiamo parlato con persone famose, come Mons. Luigi Bettazzi, Romano Prodi (proprio lui, il presidente del consiglio), i calciatoriMarchionni e Frey e persone meno note, ma per noi non meno importanti, come  Carmine Campana (calabrese e direttore della Casa per la pace di Firenze), Elidor (allora alle prese con una minaccia incombente sulla sua vita, ma che è sconfitto, grazie a un trapianto di midolo) e molti altri.
   Purtroppo a causa degli esami non posso essere con voi spesso e  presto come vorrei, ma non vedo l’ora che arrivi luglio per passare un po’ di tempo nel nostro eremo insieme a tutti voi. Rivolgendomi a voi ragazzi, voglio dirgli di non allontanarsi mai da DG e DB perché da loro potrete imparare tanto. Un abbraccio a tutti.
    Jacopo


 Un incoraggiamento da Fabio Di Palma

  
Cari ragazzi,
ciao a tutti! Non so se vi ricordate di me: sono Fabio, l’amico di don Giovanni che studia teologia a Roma e che ogni tanto, appena può, viene alle Sarre a trovarlo. Ho letto il notiziario che avete inserito sul sito, e devo dire che mi ha impressionato positivamente.
   Intanto perché si vede benissimo che, con maestri come don Giovanni e don Benjamin, vi state “costruendo” bene, ed è questa attenzione alla propria e altrui crescita il primo requisito perchè questo mondo diventi migliore di com’è, anche grazie al personale contributo di ciascuno.            
     Sapete, la nostra società ci offre tantissimi modelli di comportamento e di valori, e imparare a scegliere ciò che ci aiuta davvero a crescere non è impresa facile! La nostra vera fortuna è avere dalla nostra parte Gesù, il Maestro dei maestri, che mettendosi a servizio di ciascuno di noi, ci guida verso la vera gioia, se riusciamo a trovare i modi e i tempi per ascoltarlo.
     Nel notiziario avete scritto cose importanti: cominciate già a sentire che ascoltare la Sua Voce, la voce di Gesù, spesso è una lotta, proprio perché quella Voce ci invita senza stancarsi ad uscire fuori da noi stessi e dalle comodità in cui ci adagiamo, a mettere da parte le altre voci che non ci aiutano a crescere davvero, a lasciar cadere le tante piccole bugie su cui silenziosamente costruiamo le nostre giornate e la nostra vita, per lasciare che sia Lui a darci delle indicazioni, a farsi la nostra Via per raggiungere quella Verità che è così importante per noi, da sentirla, almeno in alcuni momenti, scorrere nelle vene come Vita. E tutti conosciamo la gioia che nasce nel cuore quando ci accorgiamo di aver capito qualcosa di importante, di vero, qualcosa che ci dà più forza per vivere.
      E poi mi è piaciuta molto l’intervista a don Giovanni: però mi sono accorto che (non so se l’avete fatto di proposito per qualche motivo), pur parlando della scelta di vita sacerdotale, non avete mai usato la parola “vocazione”! Certo, lo sapete già che ogni persona ha la sua vocazione, e che non bisogna parlare di vocazione solo quando ci riferiamo a preti e suore. Ma la parola “vocazione” ci ricorda qualcosa di importante: che non siamo capaci di decidere da soli cosa fare della nostra vita, cosa ci fa bene e cosa ci fa male, ma possiamo solo imparare a riconoscere dei segni che Qualcun altro ci dà ogni giorno, silenziosamente e con discrezione. Questi segni li troviamo quando ci chiediamo cosa desideriamo davvero, cosa ci appassiona e ci riempie di gioia, in cosa sentiamo di voler impegnare le nostre energie anche a prezzo di sacrifici e rinunce: è quella la strada della vocazione, che Dio ci indica parlandoci dentro. E nella nostra ricerca sono importantissime le persone che ci conoscono meglio, e che davvero ci vogliono bene, perché sanno darci consigli e incoraggiamenti per il nostro bene: i genitori, gli amici veri, e per voi certamente don Giovanni e don Benjamin! Anche loro hanno seguito la strada che il Signore tracciava loro nel cuore, aiutati dai consigli di altre persone.
   Beh, dopo aver condiviso con voi le sensazioni che il vostro notiziario mi ha lasciato, è tempo di salutarvi tutti con affetto, sperando che potrò avere presto la possibilità di venirvi a trovare. Ciao! FABIO
 

 
  Ritiro del Venerdì santo. Le nostre riflessioni in sintesi

I gruppo: La passione di Gesù fa emergere i più diversi sentimenti dei discepoli
(Gruppo costituito da Don Benjamin, Adelina Guerrera, Clarissa Imperio, Biagina Mazzillo, Biagio Limongi  e Giuseppe Greco)

Dopo aver letto il vangelo di San Giovanni è emersa una riflessione comune. Ci siamo soffermati con più attenzione sul modo con cui Gesù affronta la morte. Egli ha piena coscienza e consapevolezza di donare all’uomo peccatore la salvezza eterna, e per questo non ha paura di morire. Questo gesto è visto da tutti noi come un segno di amore infinito per l’uomo. Infatti Gesù compie fino in fondo la volontà di Dio, poiché sceglie liberamente di accettarla e non si ribella ad essa. In secondo luogo la nostra attenzione si è soffermata sulla figura di Pietro che assume un duplice atteggiamento. Nella prima parte del vangelo sembra mostrarsi forte e coraggioso nel difendere Gesù, in riferimento all’episodio del servo Malco; invece, nella seconda parte, si mostra debole. Egli ha paura, nel momento di difficoltà cade, mente e tradisce Gesù rinnegandolo. L’atteggiamento di Pietro può essere paragonato a quello che ognuno di noi assume quando nel momento dello sconforto e della paura non crediamo fino in fondo alla grandezza di Cristo e molto spesso ci ribelliamo alla sua volontà.

II gruppo:  Riflessione sul processo a Gesù
(COMPONENTI del gruppo Danilo Greco, Mariangela Aurelio, Lorella Verardi, Sonia De Francesco, Giusy Mazzillo)

Il nostro gruppo ha analizzato la parte del Vangelo che narra il processo a Gesù, soffermandosi sui personaggi e sulla situazione. Ponendosi quattro domande, ciascun componente del gruppo ha cercato di immedesimarsi e di capire meglio la situazione che ha generato determinati comportamenti, che alla fine si sono rivelati propri della natura umana.

PERCHE’ LA FOLLA E’ COSI’ CRUDELE CONTRO GESU’?  
Perché erano delusi e immaginavano Gesù come il liberatore dalla schiavitù romana. Perché avevano paura del cambiamento radicale che Gesù predicava, e questo aveva portato a una sorta di accanimento.  La folla ha questo tipo di comportamento principalmente perché ha paura che i Romani si vendichino su di loro.

COME VEDIAMO INVECE LA FIGURA DI PILATO?
50% buona e 50% cattiva, perchè aveva paura di mettersi contro la folla, però riconosceva che Gesù era innocente. Rappresenta l’uomo e le sue debolezze, come quando diciamo di credere e invece ci lasciamo sopraffare dal materialismo.

II gruppo:  La crocifissione di Gesù
(Componenti: Donatella Limongi, Maria Angelina Matellicani, Antonella La cava, Giovanni Limongi, Giovanni Imperio)
Noi del terzo gruppo ,abbiamo discusso sul coraggio mostrato da Gesù nel rimanere sulla croce nonostante la provocazione rivoltagli dal centurione :”Salvi se stesso!”
Gesù, avrebbe potuto farlo ma ha voluto essere “umano” fino in fondo per amore, annientando se stesso.
L’altra riflessione scaturita dalla lettura del vangelo è la regalità che Gesù mostra nell’affrontare le umiliazioni così, come pure ne è una dimostrazione il corpo rimasto intatto, che non ha subito nessuno sfregio affinché si adempisse la scrittura: ”Non gli sarà spezzato alcun osso”.
L’ ultima riflessione è stata fatta riguardo al coraggio mostrato da Giuseppe di Arimatea nell’andare a richiedere il corpo di Gesù, mentre precedentemente era prevalsa in lui la paura.

     Una gita scolastica di alcuni di noi...
                                                                              (Giovanni L. Danilo G. Marco S.)

Il 14/03/07 è stata per noi una giornata indimenticabile. Voi vi chiederete perché. La nostra scuola media AMEDEO FULCO è stata invitata a Giffoni per assistere ad uno spettacolo teatrale. Alle 7 siamo partiti dalla nostra scuola eravamo tutti eccitati e ansiosi di partecipare a questo evento, anche perché in programma c'era la visita a un teatro...    Una bella musica ha allietato il viaggio. Poi ci siamo fermati all’autogrill e alle ore 10 siamo arrivati a Giffoni ci siamo accorti che non eravamo gli unici ad essere li; c’erano anche altre scuole e la piazza davanti al teatro era affollata. Soltanto a fatica quando è arrivato il nostro turno siamo riusciti ad entrare. Una volta dentro abbiamo potuto assistere allo spettacolo teatrale. Questo spettacolo trattava della storia di Ulisse. La narrazione comincia mostrando Ulisse e suo padre che non si conoscevano tra loro. Il momento in cui si presenta l’occasione fu quando si stavano ritirando a casa entrambi…avremmo voluto raccontarvi tutta la storia, che procedeva in maniera talvolta divertente, talvolta epica… Ma diciamo la verità, il problema è che non ce la ricordiamo nemmeno noi per intero. Forse perché si era fatto tardi e cominciavamo a sentire fame; così siamo andati a mangiare in un locale sistemato per chi come noi si era portato la colazione da casa. Tutti, dico tutti, addentavano panini e relativi companatico con determinazione. Che morsi, ragazzi! Terminata questa piacevole attività, ce ne aspettava un'altra, che non c’e dispiaciuta affatto: la visione del film intitolato “Salvatore”. Volete sapere la trama? Ora vela raccontiamo… in breve: Salvatore Incatasciato, ragazzo siciliano, alla morte della madre è costretto ad andare a lavorare con il padre per mantenere sua sorella e sua nonna. Questa scelta lo costringe ad abbandonare gli studi. Succede che, andando a lavoro, incuriosito da un largo tubo che lascia cadere sassi, viene salvato dal padre un attimo prima che vengano scaricate le pietre. Salvatore però si trova ad assistere alla morte del padre davanti ai suoi occhi. Dopo questo trauma, per portare un po’ di soldi a casa, trova lavoro in delle serre di pomodori. Il maestro della sua scuola comincia a preoccuparsi per il futuro di Salvatore. Chiede il permesso al direttore per potergli far seguire le lezioni domiciliari. Dopo una serie di avventure e imprevisti, il maestro riesce a convincere Salvatore a tornare a scuola.
    Dopo la proiezione del film, con il presentatore del “Movie Day’s”, abbiamo discusso sulla trama di questo film, che assicuro personalmente, fa riflettere sulla nostra società e sui problemi che son presenti ancora oggi. Il ritorno a scuola è stato anch’ esso divertente. Insomma una GIORNATA INDIMENTICABILE.

 

 

Pellegrinaggio alla Madonna del soccorso
                                                                         (Giovanni Limongi)

Martedì 1 Maggio con la comunità parrocchiale siamo stati presso il santuario della “Madonna del Perpetuo Soccorso“, situato sulle alte e panoramiche montagne di Trecchina.

Il tempo non prometteva niente di buono, ma abbiamo deciso di andare lo stesso, per vivere un'esperienza comunitaria anche quando le condizioni esterne non sono quelle che noi ci aspettiamo. insomma, come dice qualcuno ... per superare noi stessi. E ce n'è stato il bisogno, perché c'era nebbia dappertutto  e la temperatura era piuttosto fredda; a scaldarci ci pensavamo noi, scherzando, cantando e  sforzandoci di dimenticare il freddo. Quando la nebbia in alcuni tratti svaniva per lasciare il posto alle valli ricoperte di prati verdi,  potevamo intravedere qualcosa, anche solo se per pochi istanti.

La cappella è stata raggiunta grazie alla bravura dell’autista (che è riuscito a farci sostare nel piazzale che precedeva il sentiero per raggiungere la cappella). Dopo aver cantato e celebrato la messa, ci siamo recati al centro comunitario “Arcobaleno”, dove, dopo un’allegro pranzo al sacco, abbiamo festosamente cantato questa volta canti divertenti e popolari, accompagnati dal suono  della chitarra. Poi, per ringraziare il Signore, abbiamo anche sostato e pregato nella chiesa di Trecchina, per poi far rientro a casa... giusto quando comincia a vedersi qualcosa e s'affacciava timido qualche raggio di sole.