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Notiziario del gruppo giovani
(c/o G.Mazzillo
Contrada Sarre Tortora – CS)

www.puntopace.net

 

 

Sommario
In missione speciale ... 
Gesù nel sorriso di un fratello
Un arrivo illuminante…
L’incontro con Dio
(Niko)

PRENDI NOTA E NON MANCARE

 

Anno 1, Numero 1

Novembre 2001

 

 In missione speciale ...
(d. Giovanni M.)

Carissimi tutti, il fine-settimana vissuto insieme il 13-14 ottobre ha confermato una comune intuizione: il bisogno di incontrarci e di stare insieme, di dedicarci a cose contemporaneamente profonde e piacevoli, alla ricerca di quell'armonia con gli altri, con la natura e con se stessi che sono premessa e risultato del sentirsi in armonia anche con Dio. Facendo visita a don Benjamin, nell'accompagnare Davide ad Albidona, ho incontrato un bel gruppo di giovani di quella comunità, curata spiritualmente dall'amico Benj, al quale tutti vogliamo un gran bene. L'argomento dell'incontro era la missione. Sì, proprio quella: come essere missionari nel proprio ambiente quotidiano, senza necessariamente partire per l'Africa o per l'Asia. Anche perché, come gli incontri delle Sarre confermano, africani, asiatici e perfino latino-americani (ci sono stati nel passato) vengono sempre più spesso da noi. In alcune diocesi ci sono parrocchie con assistenti spirituali di lontane nazioni. Don Benj non è un'eccezione. Ci sono anche altri casi e io stesso, andando a legna (proprio così, a voce vi spiegherò i dettagli) ad Alessandria del Carretto, unendomi ad alcuni amici di Albidona, ho potuto constatare che anche lì a reggere quella parrocchia lontana dal restante mondo abitato, a 1200 metri di altezza, nei pressi di una montagna alta 1700 m, è un sacerdote della Tanzania. Insomma si potrebbe dire che i missionari adesso vengono dall'Africa e dalle altre parti del mondo a restituirci il "favore" dell'annuncio del Vangelo. Dobbiamo essere in missione dunque anche noi, per accogliere e per annunciare il Vangelo di Gesù, quel Gesù che vi fa brillare gli occhi di gioia, ogni volta che vi ripeto che è il più grande amico non solo dell'umanità, ma di ciascuno di noi e che è venuto non per toglierci, ma per potenziare la nostra libertà. Sì, è vero, rispondendo al questionario ultimo, di cui si parla dopo, avete ancora espresso le vostre lontane e sfuggenti paure che si accompagnano all'idea di poterlo seguire più da vicino. Nel prossimo incontro cercheremo di capire meglio perché ciò avviene. Intanto ciascuno ci rifletta con un po' di attenzione. Con i giovani di Albidona, in media più attempati di voi, siamo arrivati alla conclusione che essere missionari significa sentirsi "mandati" a testimoniare l'incontro con Gesù. Il "messo", da cui la missione deriva, era infatti l'inviato. La messa, proprio l'eucaristia, deriva il suo nome dal fatto che alla sua conclusione si diceva: "ite, missa est", che si deve capire come un invito ad andare, perché ora le cose celebrate sono affidate alla nostra vita e noi stessi diventiamo testimoni di ciò che abbiamo sperimentato. Di che cosa esattamente? E me lo chiedete?
 

Di ciò, per esempio, che tutti provavamo al termine dell'ultima meravigliosa domenica trascorsa insieme. No, non era stato soltanto quel pomeriggio di luce e di amicizia, di bellezze naturali contemplate dal cucuzzolo del castello di Maratea. Erano stati belli anche la messa celebrata al mattino, il pranzo, il vostro impegno nel rispondere al questionario, la serietà con la quale avete partecipato alla preghiera-incontro della sera di sabato. Certamente un po' meno bene era andato il "fattore sonno", chiamiamolo così, perché avevate rimandato l'addormentamento ben oltre la mezzanotte…, ma - come dice David - ormai sappiamo come meglio distribuire i soggetti quando rifaremo quell'esperienza. In ogni caso, tornando a casa, quella sera non avete sentito come una gioia nuova e autentica che vi spingeva a guardare le cose in maniera diversa? Ecco la radice della missione speciale che ci viene affidata: proprio quella esperienza dell'incontro con Gesù come esperienza di gioia e di libertà. Vi auguro e mi auguro che possiamo crescere insieme per vivere questa missione davvero speciale. Un abbraccio, vs. DG.

 
Gesù nel sorriso di un fratello
(Giusy e Adriana)
L
’incontro del 13 e 14 ottobre è stato bellissimo e interessante, abbiamo capito molte cose sia per quanto riguarda la parola di Dio sia per quanto riguarda il futuro del nostro gruppo. Il tema centrale dell’incontro è stato “ Identità e gratitudine”, inteso nel riconoscere il Signore nei vari aspetti della vita e saperlo ringraziare per tutto quello che fa per noi. Non solo chiedere, ma soprattutto dare: dare amore come ha fatto Lui con tanta generosità. E’ difficile trovare il modo giusto per incontrare Gesù. La via più semplice è la preghiera, ma ci sono tante altre alternative che ci permettono di stare a contatto con lui quotidianamente. Spesso però non sappiamo riconoscere Gesù, perché nel mondo attuale, in particolare nella realtà giovanile, molti sono i falsi profeti che ci chiedono di seguirli. Molto importante è anche lo stare insieme come gruppo perché, a parere di tutti,non è mai divertente stare soli. Anche se è molto difficile tenere unito un gruppo di persone, noi vogliamo proporre di farlo, impegnandoci ad essere sinceri e tolleranti gli uni con gli altri. E’ una promessa, ma siamo determinati a mantenerla.

Un arrivo illuminante…
(Irene)

Oggi 3 Ottobre 2001 ero sul muretto in piazza con Martina e, mentre chiacchieravamo svogliatamente del più e del meno, si è verificata una circostanza che ha a dir poco illuminato la nostra serata: l’arrivo di Don Giovanni che ci ha travolte con la sua energia e così, in un batter d’occhio….. ci siamo ritrovate nella cappella della comunità dell’Ulivo per una riunione con i nostri COLLEGHI del campo-scuola: all’appello hanno infatti risposto, oltre a Martina e a me: Marta, Cecilia, Giusy, Michela, Chiara, Biagina, Filippo e Nicola (perennemente in ritardo), Sergio. Capitanati dal DON, abbiamo dato un’occhiata alla prima uscita del nostro giornalino, che rappresentava anche “l’ordine del giorno” dell’incontro. Ho cominciato a leggere l’articolo di don Giovanni sulla storia della casa dove, ormai da tanti anni, si vive quella bellissima esperienza del campo-scuola, una vera e propria lezione di vita sulla tolleranza e il rispetto per gli altri. Dopo aver letto anche l’invito all’incontro di preghiera per le vittime del terrorismo e per la pace (e successivo momento di riflessione), siamo passati alla seconda pagina, dove abbiamo trovato le allegre memorie di Niko sull’ultimo campo-scuola, e il resoconto sulla riunione del 16 Settembre firmato Giusy Mazzillo. L’ultima parte è stata dedicata alla grotta dell’Eremita, che si trova a MARINA DI MARATEA e che è stato luogo dell’ultima escursione (anche questa un’esperienza indimenticabile!). Abbiamo chiuso ricordando il caro Franco Liporace, ordinata già Diacono a San Marco Argentano. E –dulcis in fundo– il Don ha regalato ad ognuno di noi un rametto di una pianta che Niko aveva definito ‘NA FRASCA’ ma poi, scavando un pò, ho scoperto che si tratta di ERICA CARNEA (in dialetto… Rusedda, usata dagli antichi per riscaldare il forno quando facevano il pane). E’ della specie delle Ericacee, molto diffuse nelle regioni temperate e fredde, che cresce fin sulle alte montagne. A vederla sembra un po’ fragile, ma in realtà credo sia davvero resistente. Perciò mi sono fermata a pensare che il nostro gruppo deve essere proprio come questo rametto: bello e forte, così potremo stare insieme divertendoci, imparando cose nuove e, con un po’ di costanza, porteremo avanti anche questo giornalino. Le premesse ci sono…
 

 

Prendi nota … e non mancare

PROSSIMO incontro: Sabato e domenica 10-11 Novembre
TEMA proposto
: La fede e l’ attualità del male


QUESTIONARIO

Vuoi provare a rispondere alle domande che abbiamo rivolto a noi stessi nel fine-settimana del 13-14 ottobre? Ti serviranno a capire qualcosa di te stesso. Se vuoi, puoi inviare le tue risposte a uno degli indirizzi di email in copertina.

1) Fai parte di una spedizione in un isola deserta. Hai perso di vista i tuoi compagni. Che cosa provi e che cosa pensi? Che cosa decidi di fare?

2) RISPONDI a queste domande

a) Siamo un gruppo? Che cosa costituisce un gruppo? Che tipo di gruppo vogliamo essere?

b)Stai correndo sulla strada e improvvisamente ti imbatti in uno strano personaggio che ti fa cenno di fermarti. Lo avvicini e gli chiedi di che cosa ha bisogno. Dice di chiamarsi Gesù e che sei tu che forse hai bisogno di qualcosa…

Descrivi il dialogo con lui……

3) Come avviene il nostro incontro con Gesù? – Vogliamo incontrarlo? Per essere guariti da che cosa? Lo eviti e per quali ragioni? Pensi di averlo incontrato? Dove e in che modo?

Quali effetti ti auguri sulla tua persona?Quali sul gruppo?

L’incontro con Dio
(Niko)

Il mio primo incontro con Dio è stato sicuramente il giorno in cui, grazie a mia madre, ho visto con la nascita la prima luce. Allora ero piccolo per capire, ma oggi so che in quella luce c’era la volontà di Dio.Certo materialmente il Signore è raffigurato da una statua di gesso ferma nelle varie chiese, ma spiritualmente è sempre presente in ogni gesto, dinanzi ad ogni problema, di fronte ad ogni gioia e tristezza…

Si,è vero! E’ proprio Lui che dà sempre la spinta, lo stimolo necessario per continuare il cammino della vita, a volte tanto difficile. Io ho solo 15 anni, un’età fragile, sotto certi aspetti, presi come siamo noi giovani dalle tante illusioni della società di oggi. Tanto che facilmente dimentichiamo che la VERA forza di “questa vita” è soltanto Dio. Fortunatamente, i miei genitori sono legati a una visione religiosa dove c’è ancora spazio per la volontà di Dio. Ed io ho la fortuna di vivere anche in compagnia di mia nonna, la quale grazie alla sua saggezza e alla sua esperienza, mi sprona ogni giorno sia nei momenti difficili che in quelli belli. Mi trasmette che solo se siamo vicino a Dio, possiamo superare ogni ostacolo. Sebbene io abbia una piccola esperienza so che Dio è sempre presente e questo lo riscontro soprattutto nei momenti di difficoltà. Talora sconvolto dal non potercela fare in qualche circostanza, vorrei arrendermi. Ma poi passa. So di poter riuscire quando davanti ai miei occhi rivedo quella prima luce che ha illuminato il mio primo istante di vita: Dio. Un’ esperienza “di incontro con Dio” avviene ogni volta che partecipo a un campo-scuola insieme a tanti amici, ma soprattutto ad un prete che non mi ha trasmesso le solite “litanie” ma qualcosa di molto più profondo un esempio di vita quotidiana, di realtà vere sempre all’insegna di Dio. Penso che questi momenti della mia vita si mantengano sempre vivi nel mio cuore, pur sempre ancora alla ricerca di conferma.