Tortora

Da: B. G. BOSCHI, Esodo, in La Bibbia. Nuovissima versione dai testi originali I, AnticoTestamento, Paoline 1991, 192-194.

Contenuto e divisione del Libro dell’Esodo

Il libro racconta la storia dei figli d’Israele dalla morte di Giuseppe in Egitto (Gn 50) fino alla costruzione del santuario del deserto ai piedi del Sinai, il primo giorno del secondo anno dall’uscita dall’Egitto (Es 40,2.17).

Come struttura e genere letterario presenta somiglianze notevoli con il libro dei Numeri ~, che narra la seconda parte dell’esodo, dal Sinai alla steppa di Moab, sia per l’impiego del duplice stile narrativo e legislativo, sia per lo schema geografico che fa da sottofondo e porta gli Israeliti dal delta del Nilo fino al Sinai, dopo aver attraversato il Mar Rosso e la stessa penisola sinaitica.

L’esodo perciò propone due temi principali: la liberazione dall’Egitto e l’alleanza del Sinai, uniti tra di loro da un tema di sutura, che è il cammino nel deserto.

La casa di Giacobbe in Egitto si è moltiplicata prodigiosamente: ciò preoccupa gli Egiziani e induce il faraone sia a sopprimere i neonati maschi (secondo E: 1,16), che a impiegare gli Ebrei nei lavori forzati (secondo J: 1,10). Ma Dio si ricorda delle promesse ai patriarchi (Gn 12,2.7; 13,15; 15,18; 17,8; 24,7; 26,3-4; 28,3-4; 13-14; 50,24) e chiama Mosè, gli rivela il suo nome (Jahvé) e gli affida la missione di liberare i figli d’Israele dalla schiavitù d’Egitto per farne un popolo di sua proprietà. Segni e prodigi per gli Ebrei, flagelli e disgrazie per gli Egiziani (Es 7-13), convincono finalmente il faraone a lasciar partire gli Israeliti, partenza che coincide con il mattino della prima Pasqua.

Il Mar Rosso si apre miracolosamente davanti ai figli d’Israele e inghiotte i soldati inseguitori del faraone (Es 13,17-15,21).

Usciti dall’Egitto, gli Israeliti prendono il cammino del deserto, a sud-ovest della penisola sinaitica (Es 15,22-19,2).

Gli stenti, la fame, la sete li scoraggiano e mormorano contro Jahvé e il suo inviato Mosè. Ma Jahvé — anche attraverso il suo servo Mosè — risana le acque salmastre di Mara (15,22-27), fa zampillare l’acqua dalla roccia di Refidim (17,1-7), fa cadere dal cielo in modo prodigioso le quaglie e la manna (16); gli Amaleciti muovono guerra, ma sono sconfitti anche grazie alla preghiera interceditrice di Mosè (17,8-16).

Giunti al Sinai, Jahvé — sempre attraverso Mosè — conclude un’alleanza con il popolo d’Israele, da lui scelto: a condizione che questi gli sia fedele e ne osservi gli statuti, egli lo proteggerà e lo porterà nella Terra Promessa, assicurandogli vita e prosperità (Es l9ss).

L’alleanza Viene stipulata con un sacrificio (24) e si rende tangibile nella Legge, in particolare nei dieci Comandamenti (20,2-17) e nel Codice «E» dell’alleanza (20,22-23,19), oltre che in una serie di prescrizioni riguardanti il culto e il santuario, nello spirito di P (25-31 e 35-40).

Ma il popolo — con Aronne vuole un Dio più accessibile e si costruisce un vitello d’oro (32): Mosè, scendendo dal monte Sinai, infrange l’idolatria ed ottiene il perdono di Jahvé (32-33), rinnovando poi l’alleanza con un nuovo Codice «J» e un’altra specie di Decalogo (34,14-26).