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Ci avviciniamo alla settimana santa.  La domenica delle palme è alle porte e con essa la storia di gloria e di ripudio, di amore e di dolore di Gesù.  La liturgia ci fa leggere quest’anno la passione secondo l’evangelista Luca. Al centro del racconto una moltitudine «seguiva» Gesù, la stessa che alla fine ritorna a casa smarrita e pentita, ma ci sono anche l’uomo di Cirene, costretto a portare la croce e i due “malfattori” (kakourgous). La “conversione” e la salvezza, in tempo reale, di uno di essi non sfugge a Luca, l’evangelista del pentimento e del perdono. Momenti essenziali, perché, attraverso il supremo dono di Gesù, l’opera di Dio giunga a compimento.

Domenica delle Palme (C) 2004

 

Tu vai, Signore,
mite e un po' sorpreso di quella festa
che ti accoglie a Gerusalemme
e che sai essere effimera.
Le palme si agitano nel cielo,
l'oscuro terrore di una prossima fine
accompagna il loro movimento,
eppure sorridi a quella festa
di umili, donne e bambini:
sono quelli che t'hanno capito
e ancora ti capiranno,
nella folle corsa del tuo amore,
e che tu con infinita dolcezza
mentre vai,
con lo sguardo
accarezzi (GM 08/04/01).

 

 

    Vangelo di Luca (23,26-49) <<Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?». Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati. Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». … Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso». Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto». Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti>>.