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Tra le parabole del Regno di Dio, la parabola della zizzania colpisce innanzi tutto per il fatto che la cattiva erba si confonde con il buon grano, almeno fino a un certo  punto del suo sviluppo. Anche noi non sempre siamo proprio in grado di  sapere con esattezza se ciò che progettiamo, facciamo ecc. sia proprio tutto buon grano. E il nemico? A parte l’interpretazione abituale, che però rischia di offrire un "maligno" di comodo, su cui scaricare sempre le nostre deficienze, sembra ugualmente sostenibile quella che vi vede soprattutto di un'ambiguità che ci è connaturale e con la  quale viviamo, ma che tuttavia dobbiamo imparare a discernere e  superare.

 

16^ Domenica dell’anno (a) 2005

Seme buono e zizzania,
tanto simili da pianticelle,
le distinguerai solo quando saranno cresciute…
male e bene, odio e amore
germogli di pace e di guerra
si confondono all’inizio
e tuttavia potrai riconoscerli dai loro frutti.
Il regno di Dio lascia spazio a tutti,
perché ciascuno abbia la possibilità
di crescere e anche di cambiare
per non finire nel fuoco di una vita
e di una morte senza senso
e senza approdo.
(GM/17/07/05)

 

Vangelo di Matteo (13,24-43)  

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”». Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata.....».