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Cetraro 20-21/02/02 Ritiro generale del clero
Presentazione della LETTERA APOSTOLICA
NOVO MILLENNIO INEUNTE
(6/01/2001)
Traccia di G. Mazzillo

Incipit

"n.1. All'inizio del nuovo millennio, mentre si chiude il Grande Giubileo in cui abbiamo celebrato i duemila anni della nascita di Gesù e un nuovo tratto di cammino si apre per la Chiesa, riecheggiano nel nostro cuore le parole con cui un giorno Gesù, dopo aver parlato alle folle dalla barca di Simone, invitò l'Apostolo a " prendere il largo " per la pesca: " Duc in altum " (Lc 5,4). Pietro e i primi compagni si fidarono della parola di Cristo, e gettarono le reti. " E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci " (Lc 5,6). Duc in altum! Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: " Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre! " (Eb 13,8).

Il brano di riferimento: Lc 5,1-4

<<Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca">>.

"Duc in altum! "epanàgage eis to bathos"", = spingiti verso "il profondo", "verso l'alto", "verso il largo!".

1) Introduzione: gratitudine per il giubileo come evento di grazia,

proiezione in avanti, tra memoria e profezia:

"È doveroso per noi proiettarci verso il futuro che ci attende. Tante volte, in questi mesi, abbiamo guardato al nuovo millennio che si apre, vivendo il Giubileo non solo come memoria del passato, ma come profezia dell'avvenire. Bisogna ora far tesoro della grazia ricevuta, traducendola in fervore di propositi e concrete linee operative. Un compito al quale desidero invitare tutte le Chiese locali. In ciascuna di esse, raccolta intorno al suo Vescovo, nell'ascolto della Parola, nell'unione fraterna e nella " frazione del pane " (cfr At 2,42), è "veramente presente e agisce la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica "(n. 3).1

Lo scopo è nello stesso n. 3:

"Questo radicarsi della Chiesa nel tempo e nello spazio riflette, in ultima analisi, il movimento stesso dell'Incarnazione. E ora dunque che ciascuna Chiesa, riflettendo su ciò che lo Spirito ha detto al Popolo di Dio in questo speciale anno di grazia, ed anzi nel più lungo arco di tempo che va dal Concilio Vaticano II al Grande Giubileo, compia una verifica del suo fervore e recuperi nuovo slancio per il suo impegno spirituale e pastorale".

2) La verifica è su quali punti?

2.1. Sull'incontro con Cristo - cap. 1: L'incontro con Cristo, eredità del Grande Giubileo

Dopo 2000 anni attuale "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi" (Lc 4,21) (n 4). Cristo scende nella storia, se vogliamo incontrarlo dobbiamo incarnarci anche noi… - sembra suggerire il testo.

La storia è quella passata, di cui dobbiamo purificare la memoria, per "le infedeltà con cui tanti suoi figli, nel corso della storia, hanno gettato ombra sul suo volto di Sposa di Cristo", ma ciò rafforza "i nostri passi nel cammino verso il futuro, rendendoci insieme più umili e vigili nella nostra adesione al Vangelo" (n. 6). Accanto alle ombre c'è anche la luce di innumerevoli testimoni (n. 7). L'incontro è con il Signore, sempre da cercare da parte di un popolo di Dio pellegrinante, espresso da tanti giovani incontrati nel giubileo, "allegri come devono essere i giovani, ma anche pensosi, desiderosi di preghiera, di " senso ", di amicizia vera" (n.9).

La verifica è se portiamo i giovani a incontrare Cristo, vincendo il pessimismo che li vede solo "con i problemi e le fragilità che li segnano nella società contemporanea". E tuttavia

<<Il Giubileo dei Giovani ci ha come "spiazzati", consegnandoci invece il messaggio di una gioventù che esprime un anelito profondo, nonostante possibili ambiguità, verso quei valori autentici che hanno in Cristo la loro pienezza. Non è forse Cristo il segreto della vera libertà e della gioia profonda del cuore? Non è Cristo l'amico supremo e insieme l'educatore di ogni autentica amicizia? Se ai giovani Cristo è presentato col suo vero volto, essi lo sentono come una risposta convincente e sono capaci di accoglierne il messaggio, anche se esigente e segnato dalla Croce. Per questo, vibrando al loro entusiasmo, non ho esitato a chiedere loro una scelta radicale di fede e di vita, additando un compito stupendo: quello di farsi " sentinelle del mattino " (cfr Is 21,11-12) in questa aurora del nuovo millennio>> (n 9).

Al pari dei giovani occorre curare l'incontro con i bambini, gli svantaggiati e i marginali, come i carcerati (n.10).

2.2. Un'ulteriore verifica riguarda il modo di vivere l'eucaristia e la condivisione che ne deriva (ecumenismo, rapporto con le altre religioni, debito estero,)

L'occasione è data dal congresso eucaristico internazionale. (n.11). Il ricevere lo stesso pane spinge ad adoperarsi "perché l'unica Chiesa di Cristo manifesti in modo sempre più eloquente il suo mistero di sacramento di unità" (n.12), spinge ad andare più in profondità nei rapporti ecumenici con le altre religioni (il papa ricorda la sua visita a Gerusalemme, n.13), diventa ansia di condivisione reale, per vivere al meglio il giubileo come "il tempo in cui la comunità si impegnava a ristabilire giustizia e solidarietà nei rapporti tra le persone, restituendo anche i beni materiali sottratti" (n.14).

2.3. La verifica è ancora sulla capacità di contemplare il volto di Cristo

Incoraggiando ad un maggiore impegno e non al disimpegno, per un fare che contempla e non per "un fare per fare", la lettera apostolica prosegue:

"se volessimo ricondurre al nucleo essenziale la grande eredità che essa ci consegna, non esiterei ad individuarlo nella contemplazione del volto di Cristo: lui considerato nei suoi lineamenti storici e nel suo mistero, accolto nella sua molteplice presenza nella Chiesa e nel mondo, confessato come senso della storia e luce del nostro cammino" (n.15).

La contemplazione avviene in varie forme:

In riferimento alle Scritture e particolarmente al vangelo, dove ritrovare i tratti storici, umani e divini di Cristo (nn. 16-18);

Nell'accostare Gesù nella fede (si richiedono silenzio e preghiera) come Maestro e Signore (nn. 19-20);

Non avendo paura di toccare le piaghe di Cristo e attraverso esse quelle dell'umanità (nn. 21-22), per avviarsi ed avviare gli altri verso la libertà dei figli (n. 23), cui ci porta Cristo, Figlio di Dio, cosciente di esserlo, pur in un crescendo che ammette che "la coscienza umana del suo mistero progredisse fino all'espressione piena della sua umanità glorificata" (24).

Non ripudiando anche l'esperienza di un volto dolorante di Cristo, fino a sentire il Padre lontano (nn. 25-27);

Ciò prelude però alla contemplazione del volto del Risorto, che rinnova la Chiesa come rinnovò Pietro e gli fa professare, al pari di lui, tutto il suo amore.

3. Quali sono i punti programmatici fondamentali per le chiese locali?

Con queste premesse, occorre ripartire da Cristo (III), riscoprendolo presente nella vita oltre che nella Chiesa.

Il programma è semplice e impegnativo nello stesso tempo: "conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste" (29). È il programma della quotidianità e riguarda tutte le Chiese locali. Le sue priorità sono:

3.1. La santità e i mezzi per conseguirla

È rinnovamento di sé, donazione totale a Dio e ai fratelli ed è il contenuto del battesimo (nn. 30-31); Si consegue attraverso la preghiera, con un respiro trinitario e con una vera formazione ad essa (nn. 32-33); attraverso L'eucaristia domenicale perché "la partecipazione all'Eucaristia sia veramente, per ogni battezzato, il cuore della domenica: un impegno irrinunciabile", giorno del Signore e giorno della Chiesa (n.34-36); Altro mezzo essenziale è il sacramento della riconciliazione per un recupero del senso del peccato e della gioia della riconciliazione (n. 37); lasciandosi sempre sorprendere dal "primato della grazia" (n. 38);

Inoltre è fondamentale la Parola ascoltata e annunciata (nn.39-41), "nell'attenzione per le diverse culture in cui il messaggio cristiano deve essere calato, così che gli specifici valori di ogni popolo non siano rinnegati, ma purificati e portati alla loro pienezza" (n. 40).

3.2. Essere "testimoni dell'amore" (IV)

Riscoprire la koinonìa come essenza e linfa della Chiesa, sì da farne motivo di "spiritualità di comunione" e di servizio da parte dei pastori, nell'ascolto di tutti, perché "Pendiamo dalla bocca di tutti i fedeli, perché in ogni fedele soffia lo Spirito di Dio" (nn. 42-45);

Sui fedeli laici è importante la consapevolezza di una comune chiamata di Dio, "specialmente quando questa sollecita la donazione totale di sé e delle proprie energie alla causa del Regno" (n. 46). "In particolare, sarà da scoprire sempre meglio la vocazione che è propria dei laici, chiamati come tali a "cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio"[Lumen gentium, 31] ed anche a svolgere "i compiti propri nella Chiesa e nel mondo [...] con la loro azione per l'evangelizzazione e la santificazione degli uomini[Apostolicam actuositatem, 2]>>.

Infatti "saranno soprattutto i laici a rendersi presenti in questi compiti in adempimento della vocazione loro propria, senza mai cedere alla tentazione di ridurre le comunità cristiane ad agenzie sociali. In particolare, il rapporto con la società civile dovrà configurarsi in modo da rispettare l'autonomia e le competenze di quest'ultima, secondo gli insegnamenti proposti dalla dottrina sociale della Chiesa", contro "la tentazione di una spiritualità intimistica e individualistica, che mal si comporrebbe con le esigenze della carità, oltre che con la logica dell'Incarnazione e, in definitiva, con la stessa tensione escatologica del cristianesimo" (n. 52);

Ritorna il tema dell'impegno ecumenico (n. 48) e della scommessa della carità (n.49), per terminare con le urgenze che richiedono l'impegno dell'intero popolo di Dio, a partire dalla "contraddizioni di una crescita economica, culturale, tecnologica, che offre a pochi fortunati grandi possibilità, lasciando milioni e milioni di persone non solo ai margini del progresso, ma alle prese con condizioni di vita ben al di sotto del minimo dovuto alla dignità umana" (n.50).

Nel resto del documento (in vari luoghi ma soprattutto nei nn. 51-56) la testimonianza cristiana appare da incarnare in alcune sfide attuali: quella ecologica, quella della pace, quella della violazione dei diritti umani, quella della violazione della dignità dell'uomo da parte del tecnicismo scientifico; quella del dialogo culturale e interreligioso, quello della crescita sociale dell'intera umanità. La testimonianza è comunque sempre a difesa della vita e a tutela del valore dei rapporti familiari come valori prioritari e meglio rispondenti al progetto salvifico di Dio a vantaggio dell'uomo. Tutto è detto nella luce e in continuità con il Vaticano II (n.57), con l'appello è ad andare avanti con rinnovata e invincibile speranza (n.58: conlusione).

UN SUSSIDIO SUL TEMA

Prendi il largo verso le regioni sconosciute

del tuo essere segreto;

liberato dalla paura,

gusterai un giorno la pace

che Dio stesso pone dentro dite.

Prendi il largo, abbandona la tua vita

alla corrente della fede;

se hai il coraggio di partire

le onde ti porteranno in mare aperto,

in un battesimo di schiuma e di sole.

Prendi il largo alla voce di colui

che sostiene il tuo slancio;

gli abissi della morte

sono pronti ad inghiottirti,

ma Dio calma le onde

e fa tacere l'uragano.

Prendi il largo, immergiti nel cuore di una vita

fremente di speranza;

vedrai levarsi l’aurora senza tramonto

che inonda con la sua gloria

il nostro mondo tormentato.

(Commissione francofona cistercense)

SCHEDA DI LAVORO

1^ Domanda: La Novo millennio ineunte e la sua importanza per la vita cristiana e per la nostra Chiesa locale: Che cosa conoscevamo di questa lettera apostolica; Che cosa abbiamo appreso di nuovo? Dove risiede la sua importanza?

2^ Domanda: Per una verifica del nostro incontro con Cristo. Ci ritroviamo nei punti indicati dal Papa, soprattutto in merito al posto che hanno i giovani, i piccoli e gli emarginati? Viviamo e facciamo vivere l'eucaristia come incontro con il Cristo da cercare, da contemplare, da riscoprire? La santità e i suoi mezzi sono realmente centrali nel nostro ministero oppure rischiamo il "fare per fare"? Che posto occupa la contemplazione, l'ascolto e lo studio della Parola nella nostra esperienza personale e nel nostro ministero? A che punto sono la nostra domenica, e l'approccio alla riconciliazione?

3^ Domanda: In che considerazione teniamo i fedeli laici? Li aiutiamo nella formazione alla loro specifica testimonianza? Viviamo noi stessi la novità liberante del vangelo? Che cosa facciamo per individuare le urgenze e le sfide del nostro tempo? Che cosa abbiamo intrapreso o intraprendiamo per incarnare e far incarnare la fede nella nostra storia?