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30^ Domenica dell’anno C – 2007

Il tema di questa domenica è ancora la preghiera. Ne ripropone un importante aspetto, a partire dal salmo 33:  «Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiriti affranti». Su questa linea, la prima lettura ci presenta la preghiera dell’umile come un’invocazione che squarcia le nubi e arriva fino a Dio. Gesù ce ne offre un esempio incisivo nella figura del pubblicano, la cui umiltà colma la distanza fisica, che egli pensava di dover mantenere dal luogo centrale del tempio, e quella morale che lo faceva ritenere un rinnegato e un indegno peccatore. Anche Paolo, che si sentiva ormai prossimo alla fine della sua vita, appare affranto e abbandonato da tutti. È tuttavia convinto che Dio gli è accanto e lo libererà da ogni male. È un messaggio che vuole rassicurare noi tutti sulla presenza di Dio e sulla sua forza liberante, anche quando la solitudine dovesse pesare come pesanti catene. Le farà cadere dalle nostre braccia e dal nostro cuore la preghiera umile e sofferta, la preghiera autentica.

 

La foto mostra alcune umili canne che abbelliscono la vista sul mare della Marina di Tortora

PREGHIERA

Queste che io porto, mio Dio,
non sono catene di ferro,
visibili allo sguardo degli uomini,
eppure sono catene che mi impediscono
di alzare il mio sguardo fino al tuo cielo;
talvolta sono catene che gli altri mi impongono,
sovente sono frutto di paure e fantasmi,
di progetti falliti, di sogni crollati.
Ma oggi le ho portate fin qui
nel tuo tempio profumato d’incenso
e risuonante di canti.
Ti prego che anch’io le possa sentire
allentarsi e cadere senza rumore,
qui nel tuo tempio, dove ha preso volo
la mia accorata preghiera
e dovunque ti vado cercando ogni giorno,
tra gli uomini diventati fratelli e le cose
attraverso  le quali mi attendi
senza rumore, né chiasso. Amen!   
 (GM/28/10/07)

 

Libro del Siracide (35, 12-14.16-18) «Il Signore è giudice e non v'è presso di lui preferenza di persone. Non è parziale con nessuno contro il povero, anzi ascolta proprio la preghiera dell'oppresso… La preghiera dell'umile penetra le nubi, finché non sia arrivata, non si contenta; non desiste finché l'Altissimo non sia intervenuto, rendendo soddisfazione ai giusti e ristabilendo l'equità».

Paolo 2a Timoteo (2 Tm 4,6-8.16-18) «Carissimo, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele…Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno».

Vangelo di Luca (18,9-14) <<[Gesù] disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: "Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato">>.