30^ Domenica dell’anno C – 2007 Il tema di questa domenica è ancora la preghiera. Ne ripropone un importante aspetto, a partire dal salmo 33: «Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiriti affranti». Su questa linea, la prima lettura ci presenta la preghiera dell’umile come un’invocazione che squarcia le nubi e arriva fino a Dio. Gesù ce ne offre un esempio incisivo nella figura del pubblicano, la cui umiltà colma la distanza fisica, che egli pensava di dover mantenere dal luogo centrale del tempio, e quella morale che lo faceva ritenere un rinnegato e un indegno peccatore. Anche Paolo, che si sentiva ormai prossimo alla fine della sua vita, appare affranto e abbandonato da tutti. È tuttavia convinto che Dio gli è accanto e lo libererà da ogni male. È un messaggio che vuole rassicurare noi tutti sulla presenza di Dio e sulla sua forza liberante, anche quando la solitudine dovesse pesare come pesanti catene. Le farà cadere dalle nostre braccia e dal nostro cuore la preghiera umile e sofferta, la preghiera autentica.
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La foto mostra alcune umili canne che abbelliscono la vista sul mare della Marina di Tortora |
PREGHIERA
Queste che io
porto, mio Dio, |
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Vangelo di Luca (18,9-14) <<[Gesù] disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: "Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato">>.
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