Gratuità ed umiltà sembrano essere le parole-chiavi delle letture di questa domenica. Gratuità è fare le cose senza esservi obbligati da un qualsiasi dovere, è donare senza aspettarsi nulla in contraccambio, è prevenire il bisogno dell’altro perché l’altro è prezioso per me. L’umiltà è imparentata con la gratuità. Implica consapevolezza e mitezza. La consapevolezza che, in quanto creature umane, siamo ben poca cosa; la mitezza di chi non vuole imporsi con arroganza. Troviamo l’insieme di questi aspetti in Maria di Nazareth, che parla della sua situazione come quella dell’umiltà (tapeinōsis) dell’ancella del Signore. La troviamo anche in Gesù, che si autopresenta come mite ed umile di cuore (tapeinos tē cardìa: Mt 11,29). L’umiltà non è disistima di se stessi, né motivo di inerzia. Quella di cui parla il vangelo è la base dell’azione gratuita che previene e dà con gioia.
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L’immagine presenta un fiore abbastanza comune nelle nostre colline: un cardo selvatico dalle foglie verdi e appuntite e dalla corolla di forma armonica con i petali gialli che si irradiano dal calice. |
PREGHIERA Signore,
sulle cime più alte,
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Vangelo di Luca (14,1.7-14) <<Gesù entrò di sabato in casa di uno dei principali farisei per prendere cibo, ed essi lo stavano osservando… Notando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro questa parabola: «Quando sarai invitato a nozze da qualcuno, non ti mettere a tavola al primo posto, perché può darsi che sia stato invitato da lui qualcuno più importante di te, e chi ha invitato te e lui venga a dirti: "Cedi il posto a questo!" e tu debba con tua vergogna andare allora a occupare l'ultimo posto. Ma quando sarai invitato, va' a metterti all'ultimo posto, affinché quando verrà colui che ti ha invitato, ti dica: "Amico, vieni più avanti". Allora ne avrai onore davanti a tutti quelli che saranno a tavola con te. Poiché chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato». Diceva pure a colui che lo aveva invitato: «Quando fai un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i vicini ricchi; perché essi potrebbero a loro volta invitare te, e così ti sarebbe reso il contraccambio; ma quando fai un convito, chiama poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato, perché non hanno modo di contraccambiare; infatti il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti»>>.
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