3^ Domenica di Quaresima B - 2009 www.puntopace.net Il nostro bisogno di segni impressionanti per il loro impatto straordinario e prodigioso non è da meno di quello dei Greci e dei Giudei, di cui parlano le letture. Ma a ben considerare le cose, quello che Gesù compie nel tempio è proprio uno dei segni più grandiosi che ci potessero essere. Con una veemenza insolita e che ci impressiona, egli fa piazza pulita di quanto stravolgeva quella sede di incontro gratuito e amorevole con Dio a luogo di contrattazioni e compravendita. Alla mercificazione di quanto c'è di più sacro, l'incontro con Dio, reagisce così colui che sarà osteggiato e rifiutato dalle autorità del tempio fino ad essere crocifisso e apparire come estrema debolezza e insensatezza. Ma quando questo di lì a poco accadrà, sarà proprio quel suo corpo piagato dagli uomini ad attestare dalle sue più recondite fibre che l'uomo attraverso Cristo ritrova la strada che lo conduce a Dio nell'assoluta gratuità di un amore irreversibile. E ciò significa anche una "sacralità" non più mercificabile o da mercificare. Ciò vale per ogni uomo e per ogni popolo, ma vale ovviamente soprattutto per la Chiesa, a monito perenne, perché non cada nello stesso errore.
| |
La spianata di Gerusalemme, dove sorgeva il tempio. |
Preghiera Ampia appare
oggi la spianata |
Prima Corinzi (1,22-25)
Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi
invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per
i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è
potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più
sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli
uomini.
Vangelo
secondo Giovanni (2,13-25)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel
tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i
cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori
del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei
cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse:
«Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un
mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per
la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero:
«Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù:
«Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero
allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu
in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo
corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si
ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla
parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la
festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome.
Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva
bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva
quello che c’è nell’uomo. |