NUOVA LETTERA di GIUSEPPE LIGUORI al suo rientro dall'UGANDA (10-1-2006)
LIBRO TESTIMONIANZA SU RWANDA E I GRANDI LAGHI
Tre anni nell´inferno
dell´Uganda Dicembre 2005: dopo tre anni di missione ritorno in Italia. Ringrazio Dio d´essere ancora vivo e di non aver seguito la sorte di padre Luciano Fulvi, di suor Liliana Rivetta e degli altri missionari uccisi in terra d´Uganda. Quella che Winston Churchill definì "la perla dell´Africa" è ora un inferno, dove migliaia e migliaia di persone muoiono ogni anno per violenza, Aids, malaria, dissenteria. Particolarmente grave è la situazione nel Nord, dove 1,5 milioni di sfollati vivono ammassati in campi di concentramento, che sono ora diventati "la tomba del popolo Acioli", come non si stanca di ripetere l´arcivescovo di Gulu, mons. John Odama. Il tasso di mortalità in questi campi è il più alto del mondo. Responsabili di questa situazione sono il generale Museveni, da 20 anni dittatore dell´Uganda e, anche se in misura minore, Tony Blair e George Bush, che lo hanno sempre aiutato, politicamente e finanziariamente. In tre anni posso dire di aver fatto qualcosa, soprattutto per i bambini e gli adolescenti. È solo una goccia nell´oceano, ma, come dice il proverbio, "è meglio accendere un cerino che maledire l´oscurità". Gravi minacce mi hanno costretto a ritornare in Italia, ma ora che sono in patria continuerò a lottare per i diritti degli ugandesi. Come dice il Salmo, "se ti dimentico, Gerusalemme, che mi si paralizzi la destra". Sono sicuro che un giorno, se Dio mi darà vita, ritornerò in un´Uganda trasformata, dove i figli e le figlie di quella terra potranno vivere in modo dignitoso. Che Dio illumini il popolo ugandese affinché possa votare per la democrazia e così sconfiggere, nelle elezioni presidenziali del 23 febbraio 2006, il dittatore Yoweri Museveni. Oriolo, 10-1-2006 Giuseppe Liguori (missionario "fidei donum") |
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Lettera di Giuseppe a proposito della canonizzazione di Comboni, dal quale hanno nome i comboniani
San Daniele Comboni, primo Vescovo dell´Africa centrale
Oggi 5 ottobre Daniele Comboni, primo vescovo del Sudan, e´ stato proclamato
santo. Le sue virtu´ eroiche sono state riconosciute esemplari per tutta la
Chiesa universale. Il Papa ha voluto aggiungere la ciliegina sulla torta alla
festa della Chiesa sudanese: l´arcivescovo di Khartum, successore di Comboni, e´
stato nominato, per la prima volta nella storia del Sudan, cardinale. Per noi,
membri della famiglia comboniana, e´
motivo di grande gioia ed incoraggiamento: "Io muoio, ma la mia opera non
morira´", aveva detto il grande apostolo della Nigrizia. Oggi siamo quasi
in quattromila a continuare la sua missione. "Salvare l´Africa con l´Africa"
era il programma di San Daniele: pochi giorni fa il XVI Capitolo generale dei
missionari comboniani ha eletto per la prima volta un eritreo alla Direzione
generale della congregazione.
"Facciamo un olocausto della nostra vita per lo scopo della Santa Impresa;
ed ella certamente riuscira´: caddero gli Apostoli, ma la loro fede giunse fino
a noi e durera´ fino alla fine dei secoli": queste parole del Comboni sono
dolorosamente vere in Uganda, dove, il 14 agosto scorso, padre Mario e fratel
Godfrey sono stati uccisi da banditi senza scrupoli. Sono cosi´ 14 i missionari
comboniani uccisi in Uganda negli ultimi 30 anni.
Concludo con il nostro motto: Nigrizia o morte ! Che Dio benedica l´Uganda !
Viva Gesu´ Cristo, viva San Daniele Comboni, viva l´Africa.
Ha scritto Giuseppe Liguori
dall'Uganda, dove lavora come missionario laico comboniano:
10/02/03 La foto si riferisce a un campo scuola tenuto nell'autunno scorso con il Puntopace alle Sarre
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